sabato 28 luglio 2012

Blog Science : Il disastro di Chernobyl (+ video)



Dopo aver approfondito il discorso su un argomento leggero come le aurore boreali, l' altro giorno mi sono imbattuto in diverse letture relative al famoso disastro di Chernobyl, ho allora approfondito il discorso spinto dalla curiosità di capire cosa successe realmente quella tragica notte e sono venuto a conoscenza di cose che ignoravo totalmente.
Quella purtroppo fu una notte drammatica non solo per l' Ucraina ma per tutto il mondo...



Nel video c'è praticamente riassunto il tutto, alcune immagini sono anche abbastanza crude, specie quelle riguardanti i pompieri che per primi intervennero sul luogo del disastro.

Per capire meglio:
(da wiki)


L'incidente[modifica]

L'abitato di Pripjat', sullo sfondo la centrale
Il 26 aprile 1986 alle ore 01:23:45 locali la centrale stava effettuando un esperimento definito come test sicurezza. Si voleva verificare se la turbinaaccoppiata all'alternatore potesse continuare a produrre energia elettrica sfruttando l'inerzia del gruppo turbo-alternatore anche quando il circuito di raffreddamento non producesse più vapore. Per consentire l'esperimento vennero disabilitati alcuni circuiti di emergenza. Il test mirava a colmare il lasso di tempo di 40 secondi che intercorreva tra l'interruzione di produzione di energia elettrica del reattore e l'intervento del gruppo diesel di emergenza. Questo avrebbe aumentato la sicurezza dell'impianto, che avrebbe provveduto da solo a far girare l'acqua nel circuito di raffreddamento fino ad avvenuto avvio dei diesel.

Le cause [modifica]

Riguardo alle cause dell'incidente sono state pubblicate due tesi. La prima, contenuta nel rapporto pubblicato dalle autorità nell'agosto 1986, attribuiva la responsabilità interamente agli operatori dell'impianto. Un diverso giudizio fu espresso in un secondo studio pubblicato nel 1991, dove si evidenziava anche il ruolo delle gravi debolezze intrinseche di progettazione del reattore nucleare RBMK, e un elemento importante tra gli altri risultò essere un errore nella progettazione delle barre di controllo.
Le conclusioni delle inchieste appaiono contrastanti nel giudizio di attribuzione di responsabilità, ma a prescindere dalle valutazioni di responsabilità riguardo singole persone o azioni umane, i dati comunemente accertati sono che, nel suo complesso, l'evento appare come il risultato di un'impressionante somma di fattori di rischio, ovvero di una catena di errori e mancanze, riguardanti sia le caratteristiche intrinseche fondamentali del tipo di macchina, sia errori di progetto in alcuni particolari meccanici, sia del sistema di gestione economico e amministrativo (per cui la centrale elettrica risultava priva di personale qualificato), infine per la scelta del personale direttivo di effettuare un rischioso "esperimento" che fu compiuto nelle ore dell'incidente con errori di coordinamento e manovre particolarmente incaute e sfortunate.
Un dato importante è che gli operatori della centrale non erano a conoscenza dei problemi tecnici del reattore. Secondo uno di loro, Anatolij Djatlov, i progettisti sapevano che il reattore era pericoloso in certe condizioni, ma avevano nascosto intenzionalmente tale informazione ai tecnici. Le caratteristiche del reattore RBMK non erano note al pubblico, essendo trattate come questioni militari. Per giunta il personale dell'impianto era composto per la maggior parte da operatori non qualificati per il reattore RBMK: il direttore, V. P. Brjuchanov, aveva esperienza di impianti a carbone, anche il capo ingegnere, Nikolaj Fomin, proveniva da impianti convenzionali, e Anatolij Djatlov, capo ingegnere dei reattori 3 e 4, aveva solo una limitata esperienza con reattori nucleari (per lo più su piccoli esemplari di reattori VVER progettati per i sottomarini nucleari sovietici).
I principali fattori determinanti furono:
  • Il reattore RBMK ha un coefficiente di vuoto positivo, questo significa che le bolle di vapore, che si formano nell'acqua usata come refrigerante, incrementano la reazione nucleare. Ancora peggio, alle basse potenze, il coefficiente positivo di vuoto non è compensato da altri fattori, rendendo il reattore instabile e pericoloso in tali condizioni.
  • Il reattore RBMK presentava un difetto nelle barre di controllo (oggi corretto). Normalmente inserendo le barre di controllo in un reattore nucleare si riduce la reazione. Nel reattore RBMK le barre di controllo terminano con gli "estensori" (la parte finale lunga circa 1 metro) in grafite, mentre la parte funzionale, che riduce la reazione assorbendo neutroni, è in carbonato di boro. Questo significa che quando si inseriscono le barre, gli estensori rimpiazzano l'acqua refrigerante (che assorbe neutroni) con la grafite (che fa da moderatore di neutroni) e quindi inizialmente, per pochi secondi, si ottiene un incremento della reazione. Questo comportamento contro-intuitivo era ignoto agli operatori della centrale. Tale anomalia aveva creato un problema nel 1983 inLituania con un reattore dello stesso tipo.
  • Le condotte dell'acqua nel nocciolo scorrono in direzione verticale (come peraltro in moltissime tipologie di reattori). Questo crea un gradiente di temperatura (la temperatura dell'acqua aumenta salendo) nei tubi; inoltre il sistema diviene sempre meno efficiente all'aumentare della temperatura (il "tappo" di acqua più calda nella cima delle tubazioni riduce l'efficacia del refrigerante).
Inoltre gli operatori commisero diverse gravissime violazioni delle procedure, e questo insieme alla scarsa comunicazione tra gli addetti alla sicurezza e gli operatori che dovevano condurre l'esperimento, contribuì all'incidente. In particolare gli operatori:
  • Disattivarono i sistemi di sicurezza del reattore, il che era proibito dai manuali operativi dell'impianto.
  • Secondo il rapporto dell'agosto 1986 della commissione governativa, gli operatori estrassero completamente dal nocciolo almeno 204 barre di controllo delle 211 presenti, lasciandone così inserite solo 7. Anche questa condizione è vietata dai manuali operativi che pongono a 30 il numero minimo assoluto di barre nel reattore RBMK-1000 in funzione.
Nel 1982 il reattore numero 1 dello stesso impianto, sempre a causa di manovre errate effettuate dal personale tecnico, aveva subìto la distruzione dell'elemento centrale del reattore. L'esplosione, seppur più piccola di quella del 26 aprile 1986, aveva causato rilascio di radioattività nell'atmosfera. Il fatto non era stato reso pubblico prima dell'incidente del 1986. All'epoca perciò non erano state adottate misure di sicurezza nemmeno sulla scorta del precedente e l'impianto non era stato assolutamente migliorato per far fronte ad eventuali futuri problemi.

Gli eventi [modifica]

Il 25 aprile 1986 era programmato lo spegnimento del reattore numero 4 per normali operazioni di manutenzione. In occasione di questa prevista fermata si decise di eseguire un test per valutare la capacità del gruppo turbine/alternatore di generare, per inerzia, elettricità sufficiente per alimentare i sistemi di sicurezza e di raffreddamento anche in assenza di produzione di vapore dal reattore nella primissima fase del transitorio.
In particolare l'energia cinetica della rotazione per inerzia delle turbine sarebbe servita ad alimentare le pompe dell'acqua refrigerante del reattore, simulando uno scenario di improvvisa mancanza dell'alimentazione elettrica esterna. I reattori come quello di Černobyl (ma normalmente anche le altre tipologie di impianto) hanno dei generatori diesel di emergenza a questo scopo, che però non sono avviabili istantaneamente e richiedono circa 40 secondi perché entrino in funzione. L'obiettivo del test era sfruttare l'energia cinetica residua nelle turbine ancora in rotazione, ma isolate dal reattore, per generare energia elettrica che alimentasse le pompe dell'acqua per il tempo necessario all'avvio dei generatori diesel. Il test era già stato condotto su un altro reattore, ma con tutti i sistemi di sicurezza attivi e in condizioni operative differenti, ed aveva dato esito negativo, cioè l'energia elettrica prodotta sfruttando la sola inerzia delle turbine era insufficiente ad alimentare le pompe. Erano state apportate quindi delle migliorie alle turbine, che richiedevano un nuovo test di verifica.
La potenza del reattore numero 4 doveva essere ridotta, dai nominali 3200 MW termici a circa 1000 MW termici, per condurre il test in sicurezza. Si cominciò a ridurre gradualmente la potenza fino al 50% della nominale, ma il test fu interrotto da un imprevisto: una centrale elettrica regionale ebbe un guasto e fu richiesto di non ridurre ulteriormente la fornitura di energia elettrica fino a quando la centrale guasta non fosse stata ripristinata, cosa che avvenne dopo circa 9 ore.
Fu dunque fissato un nuovo orario per il test, l'una di notte, ma mentre gli operai del turno di giorno erano stati ben istruiti e preparati alle procedure del test, il turno di notte avrebbe solamente dovuto controllare i sistemi basilari di raffreddamento in una centrale essenzialmente spenta; nessuno fra gli operatori del turno di notte aveva una chiara idea di ciò in cui consisteva la prova né era addestrato a condurla. Inoltre, la squadra di ingegneri elettrici che avrebbe dovuto supervisionare le operazioni era esausta e poco lucida per la lunga attesa.
L'idea stessa di un incidente nucleare era peraltro inconcepibile per gli operatori che, si può dire, avevano "troppa fiducia" nel reattore, e non si fecero scrupoli a disabilitare i dispositivi di sicurezza e correre dei rischi non necessari. Infine, durante la notte non vi era in sala controllo un ingegnere con piena conoscenza di tutte le caratteristiche specifiche di questa tipologia di reattore.
Per motivi non chiariti, il responsabile di turno dell'operatività del reattore commise un errore e introdusse le barre di controllo troppo in profondità, causando conseguentemente un crollo della potenza oltre il previsto, raggiungendo il livello bassissimo di soli 30 MW termici. Intervenne quindi un effetto di feedback dovuto alla produzione di xeno-135 nella fase di bassa potenza del reattore. Normalmente lo xeno-135, un assorbitore di neutroni che si crea durante il funzionamento del reattore come prodotto di fissione primario (e dal decadimento dello tellurio-135), è in una concentrazione di equilibrio proporzionale alla potenza del nocciolo (o meglio al flusso neutronico termico) e tende invece ad aumentare in quantità (e quindi nella capacità di assorbimento neutronico) nella prima fase di riduzione della potenza per poi, con la prevalenza del decadimento rispetto alla sua produzione, a scomparire. Come conseguenza del calo della potenza, la concentrazione di xeno-135 aumentò considerevolmente e insieme quindi all'assorbimento dei neutroni, facendo crollare ulteriormente la potenza generata e creando allo stesso tempo il pericoloso effetto di mascherare la reale reattività del nucleo (che si sarebbe successivamente rapidamente manifestata quando la concentrazione di xeno avesse cominciato a diminuire).
Sebbene il calo di potenza fosse vicino al massimo ammesso dalle norme di sicurezza (l'instabilità del reattore alle basse potenze era nota), si decise di non eseguire lo spegnimento completo e di continuare l'esperimento. Probabilmente gli operatori non erano al corrente del comportamento dello xeno-135, e pensavano che il crollo della potenza fosse dovuto al malfunzionamento dei regolatori automatici di potenza. Alle 01:05 del 26 aprile, come previsto dalla pianificazione del test, furono attivate delle pompe di alimentazione extra, ma la quantità di acqua immessa superò alle 01:19 i limiti di sicurezza, con l'effetto di ridurre ancor di più la potenza del reattore per le proprietà avvelenanti dell'acqua leggera. Con una manovra contraria alle procedure corrette, per accelerare la risalita della potenza e quindi affrettare la conclusione dell'esperimento, furono estratte tutte le barre di controllo eccetto 7, incluse molte barre di controllo manuali, ben oltre i limiti delle norme di sicurezza che prevedono di lasciare almeno 30 barre di controllo inserite. La potenza fu così fatta risalire gradualmente fino 200 MW termici (comunque meno di un terzo del minimo richiesto).
L'azione di rimozione delle barre di controllo manuale aveva portato il reattore in una situazione molto instabile e pericolosa, all'insaputa degli operatori. La reale attività del reattore era mascherata dall'eccesso di xeno-135 e dell'acqua di raffreddamento, e non era riportata in alcun modo sui pannelli di controllo; nessuno degli operatori in sala controllo era conscio del pericolo. Come se non bastasse, l'aumento di acqua oltre i limiti di sicurezza aveva portato ad una diminuzione critica della produzione di vapore e ad altri cambiamenti di parametri che normalmente avrebbero causato lo spegnimento automatico del reattore; tuttavia, anche lo spegnimento automatico era stato disabilitato manualmente. Furono disattivati anche diversi altri sistemi automatici (ad es. il raffreddamento di emergenza del nocciolo, la riduzione di emergenza della potenza, e via dicendo).
Alle 01:23:04 si iniziò l'esperimento vero e proprio. Venne staccata l'alimentazione alle pompe dell'acqua, che continuarono a girare per inerzia. La turbina fu scollegata dal reattore; con la diminuzione del flusso dell'acqua e il conseguente surriscaldamento, i tubi si riempirono di sacche di vapore. Il reattore RBMK, nelle delicate condizioni in cui venne portato, ha un coefficiente di vuoto positivo e quindi la reazione crebbe rapidamente al ridursi della capacità di assorbimento di neutroni da parte dell'acqua di raffreddamento, diventando sempre meno stabile e sempre più pericoloso. Il coefficiente di vuoto positivo crea così un circolo vizioso: aumentando la temperatura dell'acqua aumentano le sacche di vapore che accelerano la reazione creando ancora più calore che a sua volta fa aumentare ancora la temperatura dell'acqua.
Alle 01:23:40 gli operatori azionarono il tasto AZ-5 (Rapid Emergency Defense 5) che esegue il cosiddetto "SCRAM", cioè l'arresto di emergenza del reattore che inserisce tutte le barre di controllo incluse quelle manuali incautamente estratte in precedenza. Non è chiaro se l'azione fu eseguita come misura di emergenza, o semplicemente come normale procedura di spegnimento a conclusione dell'esperimento, giacché il reattore doveva essere spento comunque per la manutenzione programmata. Di solito l'operazione di SCRAM viene ordinata a seguito di un rapido ed inatteso aumento di potenza. D'altro canto, Anatolij Djatlov, capo ingegnere dell'impianto di Černobyl' al tempo dell'incidente scrisse:
« Prima delle 01:23:40 il sistema di controllo centralizzato [...] non registrò alcun cambio dei parametri da poter giustificare lo “SCRAM”. La commissione [...] raccogliendo e analizzando una grande quantità di dati, come indicato nel rapporto, non ha determinato il motivo per cui fu ordinato lo SCRAM. Non c'era necessità di cercare il motivo. Il reattore veniva semplicemente spento al termine dell'esperimento.[10] »
A causa della lenta velocità del meccanismo d'inserimento delle barre di controllo (che richiede 18-20 secondi per il completamento) e dell'estremità (estensori) in grafite delle barre, lo SCRAMcausò un rapido aumento della reazione. Infatti nei primi secondi le estremità in grafite delle barre rimpiazzarono nel reattore un uguale volume di acqua di raffreddamento. Ora, l'acqua refrigerante assorbe neutroni mentre la grafite funge da moderatore portando i neutroni alla velocità ottimale per la reazione. La conseguenza fu che all'inizio dell'inserimento delle barre la reazione venne accelerata improvvisamente producendo un aumento enorme di potenza nel reattore. L'improvviso aumento di temperatura deformò i canali delle barre di controllo che stavano scendendo, al punto che le barre si bloccarono a circa un terzo del loro cammino, e quindi non furono più in grado di arrestare una reazione in cui l'aumento di potenza diveniva incontrollato a causa del coefficiente di vuoto positivo.
Così, dopo soli sette secondi dall'inizio dell'inserimento delle barre - alle 01:23:47 - la potenza del reattore raggiunse il valore di 30 GW termici, dieci volte la potenza normale. Le barre di combustibile iniziarono a fratturarsi bloccando le barre di controllo con la grafite all'interno, quindi il combustibile cominciò a fondere; inoltre, alle alte temperature raggiunte, l'acqua all'interno del reattore reagì chimicamente con lo zirconio, di cui sono in genere fatte le tubazioni degli impianti nucleari, dissociandosi e producendo grandi volumi di idrogeno gassoso.
La pressione del vapore aumentò fino a causare la rottura delle tubazioni e causò l'allagamento del basamento. Quando il combustibile fuso raggiunse l'acqua di raffreddamento, avvenne la prima esplosione di vapore (alle 1:24); dall'interno del nocciolo il vapore risalì lungo i canali e generò un'enorme esplosione che fece saltare la piastra superiore del nocciolo. Tale piastra, in acciaio e cemento, pesante circa 1000 tonnellate[11], fu proiettata in aria con le tubazioni dell'impianto di raffreddamento e le barre di controllo, e ricadde verticalmente sull'apertura lasciando il reattore scoperto. La seconda esplosione fu causata dalla reazione tra grafite incandescente e l'idrogeno gassoso.
Ci sono alcune controversie sulla sequenza degli eventi dopo le ore 01:22:30 a causa di incongruenze fra i testimoni oculari e le registrazioni. La versione comunemente accettata è quella descritta sopra. Secondo questa ricostruzione la prima esplosione avvenne intorno alle 01:23:44, sette secondi dopo il comando di SCRAM. A complicare la ricostruzione alle ore 01:23:47 fu registrato, nell'area di Černobyl', un debole evento sismico di magnitudo 2,5. Inoltre il tasto di SCRAM fu premuto più di una volta, ma la persona che l'ha fatto materialmente è deceduta due settimane dopo l'incidente per l'esposizione prolungata alle radiazioni. Talvolta però è stato detto che l'esplosione avvenne prima o immediatamente dopo lo SCRAM (questa era la versione di lavoro della commissione sovietica di studio sull'incidente). La distinzione è importante poiché, se il reattore fosse esploso diversi secondi dopo lo SCRAM come risulta dall'ultima ricostruzione accertata, il disastro sarebbe da attribuirsi principalmente al progetto delle barre di controllo. Se l'esplosione fosse invece da anticipare allo SCRAM, la causa sarebbe da attribuire maggiormente alle azioni degli operatori. Nel 1986 l'AIEA aveva indicato negli operatori la causa principale dell'incidente. Nel gennaio 1993 l'AIEA ha tuttavia rivisto l'analisi dell'incidente attribuendo la causa principale al progetto del reattore e non agli operatori.
Fu distrutto il solaio, gran parte del tetto dell'edificio crollò e fu danneggiato il tetto dell'adiacente locale turbine; i frammenti di grafite si sparsero nella sala principale e intorno all'edificio. Il nocciolo del reattore si trovò così scoperchiato e all'aperto, a contatto con l'atmosfera. Dalle esplosioni si sollevò un'alta colonna di vapore ionizzato. Al contatto con l'ossigeno dell'aria, per le altissime temperature dei materiali del nocciolo, nel reattore divampò un violento incendio di grafite che coinvolse i materiali bituminosi di copertura del tetto e altre sostanze chimiche presenti. Secondo il progetto della centrale, il tetto del reattore doveva essere costruito con materiale ignifugo, ma all'epoca di costruzione tale materiale non esisteva; fu fatto quindi uso di catrame infiammabile, e i pezzi proiettati sul tetto del reattore adiacente causarono almeno altri 5 incendi. Questo incendio contribuì in misura enorme alla diffusione di materiali radioattivi nell'atmosfera. Un effetto secondario dello scoperchiamento del reattore, d'altra parte, fu che il movimento d'aria contribuì al raffreddamento del nocciolo liquefatto.
L'impianto, a causa della sua doppia natura civile e militare, era stato costruito con un sistema automatico di sostituzione delle barre di combustibile (indispensabile per la produzione di plutonio che esige cicli di sostituzione delle barre di pochi giorni) e questa scelta aveva determinato l'impossibilità di costruire un contenimento in cemento armato abbastanza alto poiché il reattore misurava 30 metri di altezza ed almeno altrettanti erano necessari sopra di esso per il robot colonnare di sostituzione delle barre, lunghe quanto il reattore stesso, infine doveva aggiungersi lo spazio per la gru destinata a manovrare la colonna robotizzata. A causa dell'altezza complessiva di circa 70 metri dell'impianto, del tutto inusuale per le centrali nucleari occidentali ma possibile nell'ex Unione Sovietica, si decise quindi di realizzare solo un contenimento parziale, che escludeva la sommità del reattore. Questa scelta progettuale consentì la dispersione dei contaminanti radioattivi nell'atmosfera.


Pripyat


Avrete letto o visto nel video quello che è successo a quella che è oggi la città fantasma più grande al mondo...

Ecco qualche info sempre da Wiki


Ambiente [modifica]

La città è completamente disabitata. Le strade pur essendo ancora praticabili (anche se alcune piante sporgono dall'asfalto) sono praticamente inutilizzate dal 1986. Alcune vie e corsi sono stati chiusi da blocchi di cemento per impedirvi l'accesso.
Nonostante i controlli di polizia, vi sono ancora circa quattrocento persone, che in un modo o in un altro, sono tornate nelle loro case e vivono nell'area circostante alla centrale. Si cibano dei prodotti della terra, mangiando alimenti come verdura e funghi e bevendo l'acqua dei torrenti, altamente contaminati.
Per accedere all'area sono richiesti dei permessi speciali e per uscirne bisogna superare un "controllo" che, se non viene superato, costringe a sottoporsi ad una doccia contro le radiazioni. Anche i veicoli vengono controllati e, anche questi, nel caso di presenza di radiazioni vengono sottoposti ad una doccia chimica.
Veicoli militari dell'Unione Sovietica giacciono in un'enorme discarica a cielo aperto, nella vicina frazione di Rossokha. Accantonati nel 1986 a causa dell'elevato quantitativo di radiazioni assorbite, formano tuttora una delle parti più contaminate di Pryp'jat'.
Questo inferno umano è diventato una specie di paradiso per gli animali. Non dovendo più interagire con gli uomini possono circolare liberamente. Hanno occupato abitazioni e strutture abbandonate e non è raro incontrare un lupo, un orso o una volpe che attraversano la strada.
Attualmente i livelli di radiazione si aggirano tra i 15 - 300 micro-roentgen per ora, quindi non letale (per una dose letale ci vogliono tra i 300 - 500 micro-roentgen per ora).

Storia [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Disastro di Černobyl'.

Fondazione [modifica]

La città, la cui costruzione iniziò il 4 febbraio 1970, fu pensata per ospitare i lavoratori ed i costruttori della centrale nucleare di Černobyl', distante circa tre chilometri a sud-est, e le loro famiglie. Negli anni successivi vi si insediarono anche molte persone che non necessariamente avevano lavorato alla costruzione della città incrementando notevolmente la popolazione, data anche l'elevata qualità della vita a Pryp'jat', relativamente alta rispetto al resto dell'Unione Sovietica: nel 1986, anno dell'abbandono, contava circa 47.000 abitanti.[1]
Il Palazzo della cultura di Pripjat'

Evacuazione [modifica]

Il giorno dell'evacuazione, tramite un altoparlante i cittadini di Pryp'jat' furono informati della evacuazione con queste parole:
« All'attenzione degli abitanti di Pryp'jat'! Il Comune informa che a causa dell'incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, nella città di Pryp'jat' le condizioni radioattive nelle vicinanze si stanno deteriorando. Il Partito Comunista, i suoi funzionari e le forze armate stanno prendendo misure necessarie per combattere questo. Tuttavia, al fine di tenere le persone e soprattutto i loro figli più al sicuro e sani possibili,con la massima priorità, abbiamo bisogno di evacuare temporaneamente i cittadini nella vicina città di Kiev. Per queste ragioni, a partire dal 27 aprile, 1986 ogni condominio avrà un bus a sua disposizione, sotto la supervisione da parte della polizia e dei funzionari della città. È altamente consigliabile prendere i documenti, alcuni effetti personali e una certa quantità di cibo, per ogni evenienza. Gli alti dirigenti di strutture pubbliche e industriale della città hanno deciso l'elenco dei dipendenti necessari per rimanere in Pryp'jat' per mantenere queste strutture in un buon ordine di lavoro. Tutte le case saranno sorvegliate dalla polizia durante il periodo di evacuazione. Lasciando la residenza temporaneamente, si prega di assicurarsi di avere spento le luci, le apparecchiature elettriche e chiuso l'acqua e le finestre. Si prega di restare calmi e ordinati nel processo di questo breve periodo di evacuazione. »

Caratteristiche [modifica]

Autoscontri nel parco giochi, a Pripjat' abitavano circa 17.000 bambini.[2]
A Pryp'jat' tutto era moderno e funzionale: due ospedali di cui uno pediatrico, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti,cinemateatro, un centro polifunzionale che dominava la piazza centrale oltre alla piscina coperta, quest'ultima lasciata incredibilmente attiva fino al 2000 al servizio del personale che continuava a lavorare presso la centrale.[3] Pryp'jat' era anche soprannominata "la città dei fiori", per le aiuole che si trovavano sparse più o meno dappertutto.
Una delle caratteristiche dell'insediamento urbano è di essere rimasto come fu lasciato dagli abitanti, fatta eccezione per i danni causati dallo sciacallaggio e dal tempo; infatti gli abitanti furono solo informati del fatto che sarebbero andati via per un massimo di tre settimane a causa di "un lieve incidente" avvenuto alla Centrale elettronucleare, ma non tornarono mai più, e così negli edifici rimasero arredi, automobili, fotografie ed elettrodomestici che furono in parte depredati, ma in gran parte lasciati nelle case, date anche le radiazioni accumulate. Solo una volta ogni anno, nell'anniversario della tragedia e nella ricorrenza del primo maggio, i residenti possono tornare a visitare la città in cui vivevano.

Architettura [modifica]

Molte costruzioni non sono strutturalmente sicure, oppure hanno subito una dose troppo alta di radiazioni per poter essere visitate. Mentre è relativamente sicuro restare all'aria aperta, addentrarsi negli edifici può essere davvero pericoloso, in particolare in quelli con le finestre affacciate sulla centrale; tutte le porte sono state lasciate aperte per poter disperdere le radiazioni. Inoltre i pavimenti in legno e l'assenza di ogni tipo di manutenzione hanno reso molti edifici pericolanti[4]. Tuttavia è possibile visitare Pryp'jat', e tutta la zona evacuata, per un giorno tramite visite guidate[4] organizzate dal sito web della città.

Radioattività [modifica]

Ingresso alla "zona di alienazione"
Il parco giochi, allestito per i festeggiamenti del primo maggio, è la zona più radioattiva della città, essendo esposto direttamente verso lacentrale di Černobyl', ma soprattutto perché il giorno del disastro il vento portò qui le prime particelle radioattive, che investirono la grande foresta che si trovava proprio alle spalle dello stesso, i cui alberi morirono totalmente in pochissimi giorni. La foresta venne soprannominata laForesta Rossa dagli abitanti del luogo a causa del cambiamento di colore degli alberi stessi avvenuto per effetto delle radiazioni. Gli abitanti parlarono anche di stranissimi funghi che vi comparvero anche se non è mai stato accertato.
Le radiazioni rimarranno nell'area per circa 48.000 anni, ma gli uomini potranno tornare ad occupare queste zone tra circa seicento anni.[senza fonte]

Cinema [modifica]

A Pryp'jat è stato ambientato "Chernobyl Diaries", uscito negli USA il 25 maggio 2012. (In realtà il film è stato girato interamente a Belgrado ed a Bucarest, con set ricostruiti.)

Curiosità [modifica]

  • A Pryp'jat' è stato girato il video musicale della canzone Sweet People di Alyosha.
  • A Pryp'jat' sono ambientate due missioni ed una piccola parte di una missione della serie Call of Duty, e cioè "Mimetizzazione Perfetta" in Call of Duty 4: Modern Warfare, "Sicario Infallibile", ambientazione ripresa come missione delle Operazioni Speciali di Modern Warfare 2 e nella mappa multiplayer denominata "Wasteland", sempre del gioco COD: MW2.
Una piscina pubblica nella ormai città fantasma di Pripjat'
  • A Pryp'jat' è ambientato una parte del gioco S.T.A.L.K.E.R.: Call of Pripyat terzo capitolo della saga S.T.A.L.K.E.R.
  • Pryp'jat' è stata presa come spunto per la creazione della città fittizia di Limansk-13, nel videogioco S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky, secondo capitolo della saga S.T.A.L.K.E.R.
  • La band Gothic Metal "Delia" dell'Ucraina ha scritto "Dead City" ed è dedicata a Pryp'jat' e a tutti i suoi ex abitanti che hanno sofferto a causa dell'incidente alla centrale nucleare. La canzone è stata cantata sia in ucraino che in inglese. Di questa canzone esiste anche un video che è stato girato appunto a Pryp'jat'.


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