sabato 4 dicembre 2010

The Game

dopo un mese di inattività, pubblico il mio secondo racconto
è un pochino lungo e quindi lo divido in 2 parti



The Game
13/04/2011 – Chicago, Illinois
Dean Winchester  era in piedi davanti allo specchio. Il volto vistosamente trasandato , occhiaie grandi come buchi neri, occhi rossi fuoco. Se ne stava li a fissare lo specchio, a fissare la sua immagine “decomposta”. Portò la pistola alla tempia, “lo faccio e basta, solo un attimo e sarà tutto finito…” . Il campanello suonò, due volte.  Dean sospirò, abbasso l’ arma, si sciacquò il volto e decise di andare a controllare chi mai fosse. Aprì la porta ma non c’ era nessuno, il corridoio vuoto , deserto. Fu sul punto di richiudersi dentro quando vide sul tappetino d’ ingresso una lettera senza mittente, la aprì….
Stesso giorno , Roma, Italia
Era una famiglia felice, non mancava nulla, soldi, salute,armonia. Giovanni Desio aveva tutto quello che ogni uomo può sognare, una bella moglie e dei bei figli, ma qualcosa non lo soddisfaceva del tutto, voleva una nuova emozione, un nuovo brivido, qualcosa di forte e ciò che lesse nella lettera spedita senza nome, lo esaltò . Ma poteva crederci?
15/05/2010 – Parigi, Francia
Rubert Didier viveva ormai da 2 anni sotto ai ponti, licenziato dalla ditta dopo 10 anni di servizio impeccabile, licenziato e abbandonato come un cane. Niente più soldi, niente più famiglia, niente casa, niente di niente. Da due giorni se ne stava nelle metropolitana Bercy, sdraiato e coperto dai soli cartoni. In mattinata, appena sveglio aveva trovato ai suoi piedi una misteriosa lettera, quello che c’ era scritto avrebbe cambiato la sua vita, ma come fare a parteciparvi, come fare a raggiungere un posto così lontano senza denaro?
17/05/ 2010 – Sydney, Australia
-          Non vi preoccupate, tornerò con quei soldi e ci risolleveremo. Pagheremo i nostri debiti e ricominceremo una nuova vita, una vita felice – Così disse Tim Holloway alla sua famiglia nel terminal del Sydney airport. Una sola borsa e la speranza di una vita migliore.
18/06/2010 – Londra,Inghilterra
“100 milioni, con tutti quei soldi si apre una nuova speranza, forse non è tutto perduto, forse mia figlia riuscirà a guarire, forse riuscirò a permettermi di pagare le spese sanitarie e gli interventi chirurgici, forse posso ancora salvarla. Ma posso fidarmi di un mittente anonimo, chi mi dice non sia uno scherzo? Perché l’ hanno inviata proprio a me, perché? Per mia figlia però farei di tutto e il gioco si svolgerà tra non molto, riuscirei anche a salvarla. Si devo provarci…” Martin Lowe seduto sul suo divano rifletteva sulla possibilità di partecipare a questa assurda competizione ignota.
23/06/2010 – Los Angeles, California
“Salve, lei è stato selezionato per partecipare al survival game che si svolgerà sabato 10/08/2010 ad Unalaska, Alaska all’indirizzo Lived road 1. Il premio in palio ammonta a 100 Milioni di dollari. Il gioco è molto semplice e se accetterà riceverà maggiori istruzioni direttamente sul luogo della competizione. Per accettare o rifiutare basterà presentarsi o meno sul posto alle ore 13, la competizione si svolgerà se ci saranno almeno 2 partecipanti, in caso contrario, l’ unico presente riceverà immediatamente il premio”
-          Ehi tu, l’ hai finita di leggere, vai a dormire che qui spegniamo tutto.
-          Si ,si, stronzi, spegnete pure, fortuna che tra poco mi fate fuori.
“ Già, sarebbe bello poter partecipare a quest’ assurdità, ma peccato che fra 90 giorni mi faranno fuori”
La pensava così Jonas Johnson, dal carcere statale di Los Angeles, due giorni prima  di uscire grazie ad  un permesso speciale dato ai prigionieri da terminare ,per poter collaudare un nuovo meccanismo di controllo movimento sui prigionieri, meccanismo che comprendeva in chip sottocutaneo impiantato alla base del cervelletto e in diretto contatto con il sistema nervoso centrale. Il chip permetteva ad un condannato a morte di poter vivere gli ultimi 3 mesi della propria vita in libertà.
2
10/08/2010 – Unalaska, Alaska – ore 12:02
Dean Winchester ammirava sbalordito l’ enorme chalet che gli si parava di fronte. Sapeva dell’ eleganza di queste costruzioni, tipiche dei territori del nord, ma uno così di lusso non lo aveva mai visto, nemmeno al cinema. Si ergeva su un terreno vastissimo e isolata dalla cittadina , comunque non famosa per la densità di popolazione(circa 5000 sono gli abitanti di Unalaska). L’ edificio misurava ad occhio e croce 300 mq e si innalzava su due piani, tutto in legno ovviamente.
“Bene, sono solo al momento, ma manca quasi un’ ora , speriamo non arrivi nessuno e possa andarmene immediatamente da questo posto”. Dean provò ad entrare nello chalet ma la porta era chiusa. Una lettera era poggiata su un tavolino nella veranda “apertura ore 13:00”. “ Bene , vorrà dire che aspetterò qui fuori”.
“Che cazzo di merda di città è questa? Quasi , quasi era meglio la sedia elettrica” Jonas arrivò in città e subito si diresse verso il posto indicato nella lettera. “ Che cesso di macchina che ci hanno messo a disposizione, prima ti offrono 100 milioni e poi ti fanno attraversare la neve con queste carriole…”. Camminò per circa un ora attraverso boscaglia e sterrato ed arrivò. Vide un’ automobile identica alla “sua” parcheggiata nel cortile dello chalet , “si, proprio delle cesso di macchine “. Erano le ore 12:12
Ore 12:16
Contemporaneamente arrivarono due automobili che si parcheggiarono accanto alle due già presenti. Si aprirono gli sportelli e scese prima un uomo alto, moro sulla 50ina , di bell’ aspetto, poi un altro la cui età era difficile da stabilire. Era trasandato, sporco, barba incolta e vestiti non di primissimo pelo. “Salve, voi dovete essere due dei concorrenti, io sono Giovanni e questo barbone qui e Rubert, come voi parteciperemo a questa sorta di messa in scena “. Il barbone non disse niente, si sentiva spaesato fino a quando non si decise : “qui è decisamente meglio dei ponti parigini”-
“Bene, se anche voi due fate parte del gioco, vuol dire che siamo in 4 sicuri, io sono Dean e lui è… “
“ Io sono Jonas, piacere di conoscervi……… e tu barbone come cavolo hai fatto ad arrivare qui da Parigi?”
“AH beh, nella lettera c’ era anche compreso un biglietto aereo e i documenti non li ho mica buttati via visto che fino a poco tempo fa ero un’ onesto lavoratore, anche benestante”. Jonas si rivolse poi a Giovanni “ Tu , italiano bastardo ti presenti in giacca e cravatta, tutto pettinato, sbarbato, non mi dai l’ impressione di un morto di fame disperato, che cazzo ci fai qui?”
“ Innanzitutto direi di evitare gli insulti visto che non ci conosciamo e poi, si hai ragione, non ho molto bisogno di soldi , 100 ML mi farebbero comodo certo, ma sono qui perché voglio misurarmi con questa sfida ignota, ho bisogno di nuove emozioni, tutto qui”
“Perché non ci scambiamo le vite? Sai che emozioni fra 2 mesi… “
Intorno alle 12:35 e 12 :48, arrivarono gli ultimi due partecipanti : Martin Lowe e Tim Holloway. I 2 si presentarono e il gruppo iniziò a conoscere quanto meno i nomi. Non rimaneva ora che aspettare le ore 13: e capire a cosa stavano per partecipare.
Ore 13:00
La porta si spalancò senza che nessuno la aprisse, lieve cigolio ai cardini. Lo chalet presentava un grande ingresso, più largo che lungo . I 6 ragazzi entrarono titubanti e incuriositi nell’ abitazione, scrutando e osservando ogni angolo . Attraversarono l’ingresso ed entrarono nell’ unica stanza con la porta aperta. Era un salotto, molto ben arredato. Un divano era posto al centro della stanza, un caminetto in muratura ben lavorato si trovava in un angolo, mentre al centro era presente una tavola rettangolare in legno pregiato, lunga circa 5 metri. La stanza era ben pulita e ben tenuta. C’ era persino un bel fuoco acceso nel caminetto.
“ Il fuoco deve essere stato acceso da poco, è ancora bello vivo, ci deve essere qualcuno nei dintorni.” Disse Dean. “Guardate li, c’ è una busta con una lettera”. Giovanni la prese e lesse ad alta voce : “ Salve e benvenuti a questo gioco, sono lieto abbiate potuto partecipare, spero che passerete un soggiorno piacevole. Quasi dimenticavo di spiegarvi le regole del gioco…” Giovanni distolse lo sguardo dalla lettera e si rivolse agli altri “finisce qui, non c’ è scritto più nulla”
“Ehi, qui c’è un’ altra lettera” disse il barbone, e la lesse “ Il primo gioco avrà la durata di 24 ore, in queste ore avrete modo di conoscervi più approfonditamente ed è proprio su questo fattore che si baserà la prima manche , infatti vi annuncio che uno di voi non è chi dice di essere” . “ Che cazzo vuol dire “interruppe Jonas, “ Aspetta, la lettera continua “ disse Rubert e proseguì nella lettura “ il vostro compito sarà quello di scoprire di chi si tratta e di UCCIDERLO, nella credenza troverete una pistola con un solo proiettile. Domani a quest’ ora dovrete essere in 5, altrimenti il gioco provvederà ad eliminare qualcuno in automatico, buon divertimento”. Rubert aprì immediatamente il cassetto della credenza dalla quale aveva preso la lettera, “questo fottuto pazzo ha ragione, qui c’ è una pistola …”
Erano trascorse due ore, i ragazzi erano seduti nel salotto, pensierosi e timorosi, un pazzo li aveva attirati li e ora voleva che uno di loro morisse. Nessuno parlò fino a che…
“Ehi razza di depressi, il tizio della lettera dice che uno di noi non è chi dice di essere giusto? Bene allora iniziamo conoscerci e non mi riferisco solo ai nomi, magari l’ intruso si tradisce e lo scopriremo. Poi ci penserò io a farlo fuori, tanto sono condannato già e un omicidio in più non mi cambia la vita” tuonò Jonas
“Si ha ragione il tatuato, iniziamo a capire chi siamo,comincio io: Sono un medico chirurgo italiano, mi chiamo Giovanni Desio, ho una bella famiglia, una moglie e due figli maschi. Ho quanto di meglio si può sognare e non posso dire di essere qui per bisogno di soldi. Ho partecipato per provare nuove emozioni e a quanto pare, sarà così “
“Bella descrizione del cazzo doc, non hai aggiunto nulla di quel che sapevamo se non che sei un dottore. Io invece sono Jonas Johnson, 34 anni di San Diego. Sono in libertà vigilata, stanno sperimentando qualche strano meccanismo di controllo a distanza per i condannati e ho tre mesi di assoluta libertà. A quanto pare sono monitorato costantemente e questo chip è collegato direttamente al mio cervello, per cui mi aspetto che mi fondano il cranio da un momento all’ altro, senza aver bisogno della siringa. Sono condannato perché ho sparato a due agenti federali durante una rapina, come se lo sapessi chi fossero e così da 10 anni mi sono preso la pena di morte.. che vita di merda “
Si alzo poi un’ altro “ Mi chiamo Tim Holloway, sono di Sydney. Lavoro come impiegato in una scuola materna . Lo scorso anno ho provato ad aprire insieme a mia moglie, un’ attività commerciale relativa all’ industria del pesce. Andò male e nel tentativo di risanare i nostri debiti, mi sono rivolto alla gente sbagliata e ora sia io che la mia famiglia, rischiamo la vita se non riusciremo a pagare i nostri debiti. Questi soldi mi servono assolutamente, sono nella merda sino al collo”. “Mi spiace, ma perché non ti sei rivolto alla polizia” disse Rubet” , “ pensi che a questi tizi importi? Poi non so nemmeno i loro nomi, mi farebbero fuori anche prima “
“Bene, se questa è una storia disperata, sentite la mia. Mi chiamo Dean Winchester, 28 anni di Chicago. Un mese fa avevo una pistola puntata alla tempia, la mano che la reggeva era la mia. Ero caduto nella depressione totale, non dormivo da giorni e avevo deciso di fare un favore a me e al mondo quando arrivò l’ invito. Vi starete chiedendo perché volevo suicidarmi, ve lo spiegherò . Una settimana prima dell’ arrivo della lettera, io e la mia ragazza, con la quale stavo insieme da 5 anni, avevamo deciso di festeggiare l’ anniversario. L’ ho portata così in uno dei migliori ristoranti della città e li le feci la proposta, si, la proposta che ti inguaia(rise). Era la serata più bella del mondo , lei disse si , stavo per iniziare una nuova vita. Al rientro a casa, fu un attimo, un cane , bello grande tra l’ altro, mi tagliò la strada, finimmo fuori corsia cappottati . La macchina si incendiò immediatamente , io riuscì a liberarmi, provai a liberare dalla lamiere anche la mia Mary. Fisicamente non aveva riportato ferite ma era bloccata; le dissi di non preoccuparsi , che l’ avrei aiutata, di stare tranquilla. Fu un attimo, il tempo di allontanarmi e prendere un tronco o qualcosa che mi aiutasse a sbloccarla, che le fiamma divamparono fin dentro l’ abitacolo bruciando su di lei per almeno 30 secondi, poi l’ esplosione. Non potete immaginare quanto freddo può fare nel sentire una persona amata gridare mentre che viene bruciata viva. Problemi di soldi? No, altrimenti avrei risolto vincendo sto gioco”. “Allora perché hai accettato “ disse Jonas. “Perché spero di rimanerci secco, solo un pazzo può organizzare tutto questo e dai pazzi ci si possono aspettare solo cose negative, ecco perché ho partecipato. Il suicidio è peccato, voler morire no però.”
“La farò breve, sono inglese, mi chiamo Martin Lowe e credo di essere qui per motivi differenti dai vostri, sebbene siano motivi molto più validi di considerazione. Purtroppo mia figlia ha una grave forma di leucemia e i medici hanno prognosticato 8, 10 mesi al massimo di vita alla mia bambina, a meno che non sia in grado di trovare 400mila dollari da pagare ad un ospedale americano per una nuova tecnica sperimentale che pare dia dei risultati notevoli. Sono quindi un padre disperato e vi chiedo, vi supplico”,Martin si inginocchiò “ di lasciarmi vincere questo gioco. Giovanni, tu non hai bisogno di denaro, tu Dean sei depresso e i soldi non ti serviranno, Jonas è un condannato a morte . Potrei dividere la vincita con Tim, vi chiedo di collaborare, c’ è di mezzo la vita di una bambina di 10 anni.”
“A parte che non me ne fotte un cazzo di quello che dici, per quanto mi riguarda potresti essere l’impostore e comunque ci sarebbe anche il barbone al quale non credo basterebbero le briciole per comprare casa e sistemarsi, vero Albert” disse Jonas. “ Rubert prego” , “capirai, sempre un nome da frocio è “, “ Si sono un barbone che ha perso lavoro , casa e famiglia, vivo sotto i ponti parigini da almeno 2 anni. Sinceramente non me ne fotte niente di raccontarvi altro, non ho niente da dire, non so perché, sono qui, ne chi ha mandato quest’ invito. Su una cosa sono d’accordo con Jonas e cioè sul fatto che io non accetto la disperazione di un presunto padre e di un perseguitato dall’ usura. Se vincerò io e voi non sarete i falsi, allora forse vi darò qualcosa, ma a priori non ci penso proprio ad aiutarvi.”
Jonas si alzò e andò verso la credenza, prese la pistola e disse “ Bene, dobbiamo sparare a qualcuno, sinceramente non ho capito chi possa essere l’ intruso, per quanto mi riguarda potrebbe essere uno tra Tim e l’ inglese, gli unici con una storia di bisogno assoluto di denaro , magari hanno provato a condizionarci con queste favolette. Detto ciò proporrei di far fuori Dean, il tipo della lettera ha detto che c’ è un intruso e che comunque dovremmo essere in 5 domani a quest’ ora, non ha specificato che la vittima debba essere per forza l’ intruso.” “Vaffanculo malato di merda, sparati in testa tu che tanto stai per morire” , “Ehi calma, sei stato tu a dire di voler morire o sbaglio? Quale miglior occasione di questa? Un colpo in fronte e non se ne parla più.”
“Ragazzi, calmiamoci, nessuno ucciderà nessuno, andiamocene semplicemente via, prendiamo le macchine, torniamo in paese e fuggiamo via, è semplice, anzi sapete che vi dico? Vi saluto, a fanculo questa merda”. Tim si alzò dal divano e si incamminò verso la porta. “Ehi australiano, i tuoi debiti chi li paga? Se non ci rimetti la pelle ora, lo farai quando tornerai nel paese dei canguri “. “Sai Jonas, il tuo sarcasmo mi ha stancato, a fanculo tu e gli usurai, troverò un altro modo, non ci tengo a morire in un fottuto posto sperduto dell’ Alaska… addio”. Tim andò verso la porta, la aprì ma notò con grande stupore che le 6 automobili erano sparite nel nulla, rimaneva una fitta boscaglia senza strade e ricoperta da nebbia. “Che cavolo è successo?”.

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