martedì 7 dicembre 2010

The Game - part 2


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DAY 2
Le 24 ore erano praticamente passate tra discussioni futili, proposte di fuga, incitamenti al suicidio e tentativi inutili di scoprire chi fosse l’ intruso. Non si giunse ad una conclusione. C’ era chi voleva eliminare il vecchio barbone inutile alla società, chi il depresso sull’ orlo del suicidio, chi voleva la testa dei due padri di famiglia e chi far fuori il condannato a morte Jonas. Ognuno si accusava a vicenda. “Basta, è inutile discutere ancora, le ore sono passate e non abbiamo risolto niente, aspettiamo nuove direttive, probabilmente uno di noi verrà mandato a casa” disse Dean.

Rubert esclamò “Ehi guardate sul caminetto, c’è un’ altra lettera” e si affrettò ad aprirla e leggere ad alta voce. “Il primo gioco è finito e voi non lo avete superato, fortunatamente questo non vi esclude, non a tutti almeno, sono circa le 13:30 quando starete leggendo la lettera, come prossimo gioco, dovrete andare a dormire sino alle 22:00(la notte insonne vi aiuterà) e alle 22:30 vi spiegherò la seconda manche”. “Questo pazzo vuole che andiamo a dormire “ , “Beh, avete un’ idea migliore?”. I ragazzi uscirono dal salotto e salirono al secondo piano dove trovarono 6 porte aperte, tutte e sei assegnato con una targhetta appesa all’ esterno della porta. “Bene, sistemiamoci nelle rispettive camere “ disse Dean. I ragazzi entrarono in delle camere da letto improvvisate, solo un letto singolo ed un comodino,  trascorsero le ore che li dividevano alle 22:00
Ore 22:00
“Bene ci siamo tutti, aspettiamo ora la nuova lettera e vediamo cos’ altro vuole che facciamo questo pazzo” disse Dean. “Aspetta un attimo depresso, siamo in 5 qui dentro, dove cavolo è finito l’ australiano?”
I ragazzi uscirono dal salotto e salirono al piano di sopra, 5 porte erano chiuse, 1 era ancora aperta. La targhetta era di Tim Holloway, l’ uomo era supino a terra, gli occhi riversi, i capelli grigi, lo sguardo terrorizzato. “OH cazzo “ disse Rubert, “nessun segno di colluttazione , ne tentativo di difendersi , sembra sia stato spaventato a morte, non ha avuto nemmeno il tempo di reagire. Credo sia morto in pochi secondi” disse Giovanni. “In pochi secondi? Come  è possibile? Perché non abbiamo sentito nulla?” . Martin era spaventato “chiunque sia stato, non è umano”. “ O semplicemente l’ australiano era un cagasotto” disse Jonas. “Come puoi non prendere sul serio una situazione del genere? Che razza di maniaco pazzo fottuto sei?” , “ tranquillo Deanny, è un gioco no? Ci avevano avvisati che uno sarebbe stato eliminato, ecco fatto, ringrazia sia stato fatto fuori lui e non tu e comunque se vi può interessare, non sono stato io, non sono tanto brutto da spaventarlo. Comunque vi ripeto, meglio così”. Nessuno aggiunse altro se non parole di sconforto e paura. Dean si diresse allora verso la porta, “dove vai ora?” in salotto, vediamo se il maniaco ci dirà qualcosa”. Nonostante l’ assurdità dell’ idea(il pensiero di rimettersi al gioco di un perfetto pazzo) tutti sapevano che quella era la cosa giusta da fare e si avviarono verso il salotto. Giovanni coprì con un lenzuolo il corpo di Tim e raggiunse poi gli altri.
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“Ecco la lettera”  Dean la prese dalla credenza e la iniziò a leggere ad alta voce “ Come promesso, il Gioco ha corretto il vostro errore ma non completamente. Ha eliminato uno di voi ma non l’ intruso, ma direi di passare alla seconda manche. Fra qualche minuto riceverete una sorpresa, il consiglio è di lasciar perdere il buon senso e la bontà d’animo nonché altruismo e altri stupidi sentimenti umani. Non necessariamente qualcuno di voi perirà sebbene le probabilità sono alte. Ricapitolando : state comodi e se volete mangiate qualcosa, troverete le dispense nella cucina in fondo al corridoio alla destra della stanza in cui vi trovate. Buona fortuna! “
“Che cosa intende per sorpresa adesso? Che cosa ha in mente quel pazzo?” , “Non so, ma non ci resta che aspettare… “ dissero prima Martin poi Dean, “ … E mangiare” disse Jonas “ vero barbone? ,“mmm in effetti ho un pochino di fame”.
I ragazzi andarono in cucina e trovarono una discreta quantità di cibarie: carne, pane, pesce e anche pasta. Mangiarono e si saziarono dopo ore di digiuno. “ Sinceramente era da tanto che non mangiavo così bene, almeno morirò con la pancia piena e soddisfatto” ,un sorriso si stampò sulle labbra di Martin “ hai ragione Rubert, ci voleva proprio una bella mangiata “.
Un’ ora dopo
La portà tuonò improvvisamente , “Aiuto, vi prego aiutatemi, c è qualcuno in casa? Vi prego sono ferito, ho bisogno di cure, aiuto”.
“Chi diavolo è?” disse Jonas , “ Non so ma sinceramente non sono sicuro di voler aprire” ,“Ha ragione Rubert, ricordate cosa c’ era scritto nella lettera? Diceva di evitare gesti di altruismo o cose simili” , “ come puoi dire una cosa del genere Giovanni? Tu sei un medico e hai fatto un giuramento, sei tenuto ad aiutare quell’ uomo, devi fare qualcosa…” , “credi che non voglia? Allo stesso tempo però vorrei sopravvivere e mi sembra chiaro che qui le cose non sono quelle che sembrano, quindi dobbiamo fare attenzione”.
“Aiuto, vi prego, mi sto dissanguando” la porta continuava ad essere percossa
Dean si alzò dal tavolo “ io apro e vaffanculo al padrone di casa, staremo uniti e almeno lo vedremo in faccia quando ci attaccherà, uno di noi è il traditore? Bene, lo affronteremo in 4”, Martin seguì a ruota Dean che si dirigeva verso la porta , “ Oh andiamo dai, aspettate” . Jonas, Rubert e Giovanni furono costretti a seguire gli altri due ragazzi.
Aprirono la porta e si trovarono davanti un uomo sanguinante, una ferita alla spalla. “Oh grazie al cielo…” e svenne tra le braccia di Dean
DAY 3
3 ore dopo
“Ti sei svegliato finalmente”, “ dove sono? Chi siete voi?”, “tranquillo  siamo i buoni, 4 di noi almeno, Giovanni ti ha medicato la ferita , dovresti stare bene e fra qualche ora, quando sorgerà il sole potrai tornare in città e farti visitare in un vero ospedale” disse Dean “ma raccontaci cosa è successo”.  L’ uomo disse di essere un cacciatore, di nome Henry che durante una battuta di caccia si ritrovò con un colpo di fucile alla spalla, vagò per i boschi fino a trovare una casa, e chiedere disperatamente aiuto.
I ragazzi gli diedero da mangiare . “sopra c’ è un letto se vuoi riposare qualche ora” disse Jonas “ ma che sei scemo? Non ricordi che fine ha fatto Tim?” disse Martin , “Calmino inglese, lui non fa parte di noi e se è venuto per farci fuori, di certo non si preoccuperà di dormire solo, è solo un consiglio per le sue ferite”. “Jonas non ha tutti i torti, dovresti riposarti di sopra, fra qualche ora sorgerà il sole e potrai andartene”
Jonas accompagnò l’ospite in soffitta. “cosa facciamo ora?” disse Martin “ a me quello non convince per niente, come ha fatto a trovare lo chalet tra tutta quella nebbia e poi è andato su senza batter ciglio nonostante ci abbia sentito parlare di Tim” aggiunse poi. “ Non lo so, ma se è lui il pazzo dietro tutto questo, lo affronteremo a viso aperto , almeno sappiamo che faccia ha” concluse Dean.

Ore 10:00
“Ragazzi, venite a vedere”. Martin, Dean, Rubert e Giovanni raggiunsero Jonas. “Il poveraccio ha fatto la stessa fine di Tim”, “ma che senso ha tutto questo, ha detto che avremmo pagato noi per il gesto altruista, perché prendersela con quell’ uomo?” disse Martin. “ Non lo so ma la storia inizia a darmi sui nervi “ disse Dean uscendo dalla camera, “Dove vai ora Deanny?” ,  “ vado via, attraverserò la boscaglia e arriverò in città, fanculo alla nebbia “,” ha ragione, ti seguo” disse Rubert. I due si allontanarono, Martin fece per seguirli poi  si fermò ,” ehi inglesino, che fai non li segui?” , “ sei furbo Jonas, non gli hai detto niente perché sai che rimanendo da solo vinceresti il gioco, no, non te lo permetterò” , “Andiamo inglese, ti pare che me ne faccia qualcosa di tutti quei soldi? Io voglio semplicemente conoscere chi c’è dietro tutto questo, morire ora o fra qualche mese non mi cambia molto, quindi preferis….. , “ ahhhhhhhhhhhhhhahaha” , “ che cazzo….” . Jonas e Martin si precipitarono immediatamente al piano di sotto. Rubert era disteso a terra nelle stesse condizioni di Tim, volto terrorizzato, capelli grigi. “ Che cosa gli hai fatto bastardo” urlò Martin a Dean , “ Niente lo giuro, ero un attimo andato in cucina a prendere qualche provvista per il viaggio di ritorno, gli avevo detto di aspettare qui , poi ho sentito le urla ed eccomi qui come voi” . “sei un fottuto bastardo, sei tu l’ assassino, hai ucciso Tim nel sonno, poi il cacciatore e ora il barbone, hai fatto secchi 2 ai quali i soldi servivano realmente. Credo che il pazzo che ha organizzato tutto, con la parola intruso voglia rappresentare uno di noi disposto ad uccidere. Sei un pazzo figlio di p., hai ucciso la tua ragazza anche eh? Sei un fottuto assassino altro che incidente”. Dean accecato dalla rabbia si avvento su Jonas iniziando a prenderlo a pugni sul volto con forza, “continua , avanti Deanny, tutta qui la tua forza…” Dean continuò a sferrare pugni sul viso malridotto di Jonas che si acquietò senza più muoversi. Martin si lanciò allora su Dean togliendogli Jonas da sotto le mani “Fermati, lo ammazzi così”. Dean si accucciò ad un angolo con le mani insanguinate portate ai capelli. “Gli hai rotto il naso e Dio solo sa cos’altro, non è il modo di risolvere le cose. Sento che non sei un assassino, certo il campo è ora ristretto, io so di non esserlo, Jonas ha il cranio rotto , Tim e Rubert sono morti , mentre Giovanni……, dove cazzo è Giovanni?” Martin salì velocemente le scale e ciò che vide lo terrorizzò. Un uomo, mai visto prima , con gli occhi gialli , il volto pallido e il ghigno malefico se ne stava seduto su una poltrona posta ai lati del corridoio. Iniziò a ridere, lasciando fuoriuscire un tono non umano, un tono demoniaco. Martin era paralizzato del terrore, non riusciva a muoversi, capì cosa avevano provato i suoi amici e sentiva che sarebbe ora toccato a lui. Gli passò la vita davanti, la moglie  Jasmine, la figlia Ariel . Sperava almeno che il demone non lo trascinasse all’ inferno impedendogli di ricongiungersi ad Ariel e alla sua povera vita che da li a poco si sarebbe interrotta. L’ uomo si alzò mostrando meglio il suo volto, la sua aura demoniaca, “ non è giunta ancora la tua ora, voglio divertirmi ancora con tutti voi e se vi elimino tutti adesso, il gioco finirebbe prima di cominciare” e sparì improvvisamente. Martin tornò in se, era spaventato ma riusciva a controllare le sue funzioni motorie. Vide che l’ uomo non c’ era più ma ora sulla sedia senza vita c’ era Giovanni, il medico italiano. Non rimase li a lungo, scese subito al piano inferiore. Jonas era ancora svenuto,Dean ancora accovacciato in un angolo. Martin non disse niente, si gettò a terra in lacrime, appoggiandosi alla porta ora bloccata , pianse e poi perse i sensi.
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DAY 4
Ore 12:07
“Ehi inglese, come stai?”, Martin non rispose ma stordito portò le mani davanti agli occhi storditi dal sonno. “ Hai fatto una bella dormita, io e Deanny eravamo preoccupati”, Martin allora rispose con voce tremante “ avete fatto pace? Tu come stai e Dean dove è?” . “ Sono qui Martin, no, non abbiamo fatto pace ma per qualche ragione ora ci sentiamo meglio, ci siamo svegliati 4 ore fa. Io mi sento meglio e anche le ferite di Jonas sono guarite… inspiegabilmente aggiungerei, “ balle, tu non avevi un cazzo, certo che stai meglio , fortunatamente qualcuno ha medicato le mie ferite , altro che inspiegabile. “Ragazzi calmatevi, nessuno di noi è il pazzo che c’ è dietro tutto questo, questo posto, questo gioco, è opera del demonio, l’ ho visto ieri sera prima di svenire, credo sia stato lui a guarire Jonas, mi ha detto che non voleva uccidere altra gente altrimenti non si sarebbe divertito e ha inoltre aggiunto che il gioco è appena iniziato.”Quindi tu avresti visto il demonio in persona… bene, mi sa che hai preso una botta in testa” disse Dean , “ No, credetemi, ho visto un uomo e non era umano, ha fatto fuori anche Giovanni, siamo rimasti solo noi” ,” bene allora, se è così, sappiamo che almeno possiamo fidarci l’ uno dell’ altro ma allora quale sarà la prossima mossa di questo demonio” , “beh, vediamo se nella credenza ha lasciato un ricordino il nostro caro diavoletto”.
I ragazzi entrarono in salotto e come prevedibile trovarono un’ altra lettere che recitava : “ Qualcuno di voi ha avuto l’onore di conoscermi , ma state tranquilli, tutti mi conoscerete. Fino ad ora vi siete tutti comportati come previsto e avrete capito che questo non è un vero e proprio gioco bensì una prova unica in cui dovrete sopravvivere per 7 giorni fidandovi  l’uno dell’ altro . La prossima prova di sopravvivenza metterà alle corde la vostra psiche, riuscirete a non impazzire?”
“Non ho capito cosa vuole dire ma non ha detto di fare nulla, quindi ce ne staremo qui buoni tutti insieme e terremo gli occhi aperti”
Ore 16:04
Passarono ore senza che nulla succedesse, i tre sopravvissuti si trovavano nel salotto a pensare al da farsi. “Ehi ragazzi, venite a vedere” disse Martin. Dean e Jonas raggiunsero Martin alla finestra e guardarono fuori. Una donna anziana, mal ridotta, lacerata in viso e vestita con stracci neri , li stava osservando. In mano aveva una pala , accanto a lei 3 cadaveri coperti da un velo. La donna sorrise, saluto e si mise a scavare. Scavò ad una velocità inumana finchè la nebbia non avvolse la donna oscurando la macabra scena.
“Non so cosa pensiate voi ma credo che quella donna stesse seppellendo l’australiano, il barbone e il dottore” , “ Io ho i brividi, avete visto che espressione aveva?” . Fissando ancora la nebbia, Dean aggiunse “ quella era la morte in persona…”
Ore 21:32
“Ragazzi, un bisogno urgente di andare in bagno, non posso più trattenerla” esclamò Martin. “ Mi spiace inglese, ma non credo sia una buona idea separarsi, falla qui”, “ sarà questione di minuti, il bagno è qui nel corridoio, vicino la cucina”. Dean prese allora la parola “ facciamo così. Tu andrai in bagno, io entrerò in cucina e Jonas rimarrà nel corridoi di mezzo, in questo modo saremo tutti a distanza di pochi metri. Mi raccomando però, facciamo una cosa rapida”. I ragazzi uscirono dal salotto e lentamente si avviarono verso la meta. “Ci siamo”. Martin entrò in bagno, Dean in cucina per prendere qualche provvista da consumare. Fu un attimo, le porte si chiusero alle loro spalle, Dean rimase chiuso in cucina, Martin in bagno e Jonas in corridoio da solo.
“Amore, perché non mi hai aiutata, avresti potuto liberarmi, sarebbe bastato un piccolo sforzo e avremmo potuto sposarci e vivere felici, perché….” Seduta in cucina, Mary col capo chino riferiva queste parole Dean, “perché Dean, perché …” , alzò lo sguardo mostrando il suo volto orribilmente consumato dalle fiamme, sfigurato, lacrime di sangue colavano dai suoi occhi. Alzò la voce fino ad urlare “perché! Non era forse me che dovevi sposare”. Dean fece per allontanarsi ma Mary gli piombò addosso in un attimo sussurrandogli qualcosa all’ orecchio “ Perché non mi vendichi? Perché non ti uccidi ora?”. Urla di disperazione riecheggiarono nella stanza, gli stipetti iniziarono a sbattere violentemente e la luce ad andare a intermittenza. Ci fu poi silenzio, Dean era shockato , la porta si apri.
Nel frattempo nel corridoio
“Eccolo è lui” . Due uomini in divisa entrarono dalla porta. Uno presentava un foro in testa all’ altezza dell’ occhio, l ‘altro perdeva sangue dal petto. “Oh mio Dio, non è possibile”. “I poliziotti presero le rispettive pistole “vuoi sapere cosa si prova a morire di morte violenta…Assassino?”. Fecero fuoco. Il dolore fu lancinante, Jonas venne colpito a ripetizione senza però riuscir mai ad esalare l’ ultimo respiro, cadde a terra tra una pozza di sangue…
Nel frattempo nel bagno
“Papà, so che mi vuoi bene, so che vincerai quei soldi, so che mi curerai. Io voglio stare insieme a te e per farlo dovrai vincere papà. Sai, tu ora sei in Alaska ma io sono in ospedale. Mi sono sentita male ieri e la mamma mi ha ricoverata. Credo mi rimanga poco papà, forse non ci rivedremo più. Ti voglio bene”.  Martin tirò un pugno allo specchio lacerandosi la mano “ Tu non sei reale, tu non sei reale”. Si accovaccio vicino la doccia. “Mia figlia ha ancora tempo, non sta morendo, non morirà, vincerò quei soldi e ti aiuterò amore mio”.
“Jonas, tutto bene?” , “ Credo di si Deanny, non immaginerai mai quello che mi è successo, credevo di averci lasciato le penne in anticipo”, “credo di riuscire ad immaginarlo invece, è successo qualcosa di simile pure a me”. Martin uscì dal bagno “Ragazzi, credo di aver capito a cosa si riferiva la lettera…”, “ credo che tutti noi abbiamo dovuto affrontare le nostre peggiori paure ma stiamo bene, potremmo aver superato la prova” disse Dean. “Ho visto mia figlia, chiedeva aiuto e stava per morire, mi spiace ragazzi ma quei soldi mi servono “, “tranquillo Martin, non ho intenzione di prendermi il denaro e anche a Jonas non credo serva a molto”, “purtroppo è così”, “ vi ringrazio ragazzi”. I tre tornarono in salotto
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DAY 5
Ore 01:14
I ragazzi avevano bisogno di dormire, dovevano riposare se volevano rimanere lucidi e per riposare serviva un letto. Decisero così di far ritorno alle stanze da letto al piano di sopra consapevoli che sarebbe stato un rischio ma coscienti del fatto che chiunque o qualunque cosa ci fosse dietro, se avrebbe voluto farli secchi non si sarebbe creato problemi “di stanza”. Decisero di lasciare le porte aperte e al minimo rumore avvertirsi con un urlo.
Era notte inoltrata, un brivido corse sulla schiena di Jonas, qualcosa lo svegliò. Una sagoma era sulla soglia della porta, gli fece cenno di seguirlo. Jonas si alzò, dimenticando quanto pattuito con gli altri non li avvertì. L’ombra scese lentamente le scale, Jonas lo seguiva. Girò in un corridoio al piano di sotto e si incamminò verso la fine. Una nuova porta era aperta. L’ ombra si voltò e disse : “ è ora di finirla” e sparì dietro la porta. Jonas avanzò e notò che la porta dava ad una sorta di cantina. Era buia e puzzava di muffa, di chiuso. Scese le scale e… : “ E voi che ci fate qui?”, “Credo sia lo stesso motivo per il quale sia qui tu”. I tre osservarono la stanza, non notarono niente, fino a che un brivido freddo non percorse le loro spalle rizzandogli la pelle. I respiri si fecero affannosi, l’ aria diventò gelida. Un uomo parlò : “salve amici miei!”
L’ uomo uscì dalle ombre e sorrise lasciando a bocca aperta i ragazzi. “ Non è possibile..” ,“ tu eri morto”. Tim Holloway era tornato. “ Australiano del cazzo, ti sembra uno scherzo da fare in una situazione come questa?”. Tim inizio a ridere e l’ aria diventò ancor più fredda. “Non avete capito niente, io non sono Tim, l’ australiano di cui parlate è lui” disse indicando il cadavere del cacciatore accolto in casa. Dean non credeva a quello che vedeva, come poteva essere? , “ Se tu non sei Tim, allora chi sei?”. L’ uomo si avvicinò ancora di più ai tre ragazzi lasciando ora vedere il suo vero aspetto. Sguardo famelico, occhi gialli, lineamenti spigolosi . Al posto delle mani normali aveva una sorta di zampe composte da tre dita lunghe e sottili con spesse unghie sporche. “Io sono il Diavolo e sono qui per riscuotere le vostre anime”.
La porta della cantina si chiuse violentemente, la stanza diventò gelida, il diavolo sorrise : “ C’è un’ altra cosa che dovreste sapere” e volse lo sguardo su Jonas. Il ragazzo emise un gemito e si piegò sulle gambe. Iniziò ad urlare, le ossa scricchiolavano, la carne cambiava forma. La  bocca si allargò cancellando le guancie. Gli occhi diventarono rossi. I denti caddero e furono rimpiazzati da una dentatura superiore acuminata. Le braccia e le gambe si allungarono abnormemente e al posto delle unghie spuntarono artigli. La postura assunse una curvatura irregolare e sulla schiena comparve una sorta di cresta . “ Il vostro Jonas ha venduto la sua anima a me ,d'altronde avrebbe fatto una brutta fine e io gli ho promesso la libertà.”
I ragazzi non avevano parole  e quanto avevano visto andava al di là di ogni immaginazione. “Presto scappiamo” disse Martin. I ragazzi corsero verso la porta. Miracolosamente questa si aprì ma Jonas fu subito addosso , afferrò Dean con gli artigli, scaraventandolo lungo il corridoio e squarciandogli il petto con profonde ferite. Il dolore fu lancinante e Dean urlò. Martin corse verso le scale salendo al piano di sopra. La vecchia, la morte lo attendeva in cima “ciao figliolo” lo salutò “ Tua figlia è già con noi e ti manda tanti bacini”, “ No, non è vero, non è vero” urlò disperato Martin che si fiondò verso la vecchia ma fu un attimo. Jonas gli saltò sopra. “Sei un bastardo, sei un fottuto bastardo”. Jonas  rivoltò gli occhi e morse sul cranio Martin. La testà si aprì e il cervello schizzò fuori. Jonas alzò mollò la presa ricordandosi le parole del Diavolo: “Ti offrò la libertà, ti offro il denaro, ti offro la vittoria e la sopravvivenza in questo gioco se tu mi venderai l’ anima. Al momento giusto dovrai eliminare gli altri concorrenti e il denaro sarà tuo. Tutto sarà dimenticato sarà come se non fosse successo nulla e nessuno ti giustizierà”. Emise un grugnito di vittoria “ Caro il mio Jonas, il lavoro non è ancora compiuto, Deanny è vivo”. In preda alla rabbia, Jonas si lanciò giù per le scale. Dean non era più al suo posto. “Vieni bastardo, sono qui”. Jonas si diresse verso la cucina, entrò e vide Dean sanguinante steso all’ angolo. “Bastardo, ricordi il primo gioco? Uccidi l’ intruso?lo ricordi ? eh bastardo? Bene, sai, ho capito chi è”. Dean  estrasse la pistola e la puntò alla testa di Jonas” Coraggio bastardo, avvicinati”. Jonas si lanciò verso la preda, Dean sparò. La testa del mostro ricadde all’ indietro e Jonas si trovò in un pozzo di sangue, il corpo riprese le sue sembianze rimanendo però senza vita. Dean rimase steso all’ angolo.
Il Diavolo entrò sorridendo. “Deanny caro, complimenti vivissimi, hai risolto il gioco devo dire ma siete stati tutti bravi. Se avreste usato il proiettile durante il primo giorno, probabilmente sareste morti tutti, invece la vostra umanità ha prevalso sulla sete di denaro. Darò a te la vincita promessa. Addio”. Dean perse i sensi.
10 giorni dopo
Londra, Inghilterra
Quello che successe in Alaska ha dell’ irreale ma mi ha aiutato a credere nella vita e sono sicuro che sia stata una lezione voluta da qualcuno ben al di sopra di Satana, chissà che bene e male non lavorino in coppia. Mi trovo in  aeroporto , sono andato a trovare la famiglia Lowe e ho dato loro una parte di vincita, 40 milioni di dollari che serviranno a pagare le cure alla bambina e rifarsi una vita. Sono delle brave persone e meritano una vita migliore. Mi spiace per il mio amico Martin ma se la figlia si salverà sarà anche merito suo. Mi recherò ora a Sydney a consegnare la vincita di Tim e aiutarlo a sanare i suoi debiti. Cosa mi rimarrà di questa avventura?niente , ho già avuto la mia vittoria. “ Amore, hanno chiamato il nostro volo, andiamo sbrigati!”, Si Mary, arrivo!”

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